Le Civiltà della Magna Grecia
La terra della Magna Grecia ebbe origine nell’ VIII sec A.C., quando iniziò l’espansione greca verso occidente, toccando le coste del mar mediterraneo e interessando così le regioni di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia.
Questa colonizzazione da parte dei greci fu spinta non solo da esigenze economiche e sociali, ma soprattutto dallo spirito d’avventura ispirato ai racconti omerici. Le nuove colonie furono una possibilità migliore per i Greci emigrati, e per la stessa Grecia una base per il commercio e il rifornimento di ottime materie prime.
Grazie a questa realtà di grande splendore in cui vivevano le colonie, furono tramandate con il nome di Magna Grecia. I coloni riuscirono a creare una civiltà fondata sui valori delle città greche, più sviluppate in campo sociale, culturale e politico rispetto alle regioni italiane, ma che raggiunse uno splendore addirittura superiore a quello della madrepatria.
Legare il nome della nostra Orchestra a quello della Magna Grecia è stata una scelta spinta, quindi, dal volersi riconoscere nei valori universali di questa terra di civiltà, libertà, democrazia, tolleranza e dialogo. Oltre al sentire forte il senso di appartenenza a quello che ad oggi è il nostro territorio: un territorio ricco di storia e cultura di rilevanza mondiale, rimasto ancora legato a quei valori.
Con il nostro progetto musicale non facciamo altro che cercare in qualche modo di omaggiare la Magna Grecia, arrivando a toccare con i nostri eventi tutti i Paesi all’epoca unificati sotto questo imponente popolo.
Partendo dalla Puglia e dalla Basilicata, attualmente nostri centri nevralgici, siamo arrivati anche nelle altre regioni che ne hanno fatto parte. Per poi riuscire a toccare Città e Paesi di tutta Italia, Europa e del Mondo.
Ispirarsi alla civiltà della Magna Grecia vuol dire per noi, quindi, rispecchiarsi in quella che è stata una civiltà vissuta con valori locali ed universali, storici ed eterni. Entrambi connubi che la nostra Orchestra riconosce nella musica e nel nostro modo di farla, identificando in essa un linguaggio comune per l’umanità intera, che scavalca le barriere di lingua, spazio e tempo, puntando, invece, al cuore delle persone sensibili al bello, al vero e al bene.