Giovedì 6 e venerdì 7 marzo, dal Borgo all’Isola
Mysterium, Tessere d’arte
Denso programma di appuntamenti prima del concerto di Pasqua. In Città nuova e Città vecchia, dai “Tableaux vivants” (Chiostro ex Caserma Rossarol) a “La croce e la Madre” (Chiostro ex Ospedale vecchio), proseguendo con “Ogni male fore” con i Faraualla (Castello aragonese) e Yaraka (Chiostro ex Convento Santa Chiara). Spettacoli alle 19.00 e alle 20.30
“Tessere d’arte nel Borgo e nell’Isola”, in programma giovedì 6 e venerdì 7 aprile, è uno degli ultimi appuntamenti del Mysterium Festival che si concluderà con il concerto di Pasqua domenica 9 aprile nel Duomo di San Cataldo.
“Tessere d’arte” è un insieme di proposte, ognuna delle quali declinata in due spettacoli, alle 19.00 e alle 20.30 nei siti, come specificato nel titolo, fra il Borgo e l’Isola. Come a dire Città nuova e Città vecchia, due angoli cittadini suggestivi messi in relazione da un unico fil rouge con momenti che vanno dai “Tableaux vivants” (Chiostro ex Caserma Rossarol) e “La croce e la Madre” (Chiostro ex Ospedale vecchio) a “Ogni male fore” con i Faraualla (Castello aragonese) e “Curranera” con Yaraka (Chiostro ex Convento Santa Chiara). Ingresso gratuito su prenotazione (uffici Orchestra Magna Grecia e online su eventbrite).
La direzione artistica del Mysterium Festival è dei Maestri Piero Romano e Pierfranco Semeraro. La rassegna è organizzata da Le Corti di Taras in collaborazione con Arcidiocesi di Taranto, Comune di Taranto, Orchestra della Magna Grecia, Chorus e ARCoPU; con il patrocinio di Ministero della Cultura e Regione Puglia e il sostegno di BCC San Marzano di San Giuseppe, Teleperformance, Varvaglione Vini, Comes, Programma Sviluppo, Caffè Ninfole, Baux Cucine e Chemipul.
Ingresso gratuito su prenotazione. Info: Orchestra Magna Grecia Taranto – Via Ciro Giovinazzi 28 (392.9199935). Online: eventbrite. Sito: orchestramagnagrecia.it . Il Mysterium Festival può essere seguito anche attraverso gli aggiornamenti sui social Facebook e Instagram.
Ufficio stampa Orchestra della Magna Grecia – Claudio Frascella 338.2591830
GIOVEDI’ 6/VENERDI’ 7 APRILE
TESSERE D’ARTE NEL BORGO E NELL’ISOLA
Primo spettacolo 19.00, Secondo spettacolo 20.30
PASSIO
Tableaux Vivants a cura di Ludovica Rambelli
Chiostro ex Caserma Rossarol
LA CROCE E LA MADRE
Nicole Millo voce recitante
Trio Accord
Chiostro ex Ospedale Vecchio
OGNI MALE FORE
Faraualla gruppo vocale
Castello Aragonese
YARAKA
Curranera
Gianni Sciambarruto chitarra e berimbau
Virginia Pavone voce e percussioni
Simone Carrino percussioni etniche
Chiostro ex Convento santa Chiara
LA CROCE E LA MADRE
Nicole Millo, voce recitante
Nicole Millo
Figlia dell’attore Achille Millo a soli 8 anni ha esordito nel cinema partecipando al film Roma di Federico Fellini. Ha lavorato in teatro come attrice e assistente alla regia debuttando col Teatro Argentina con cui ha continuato a collaborare partecipando allo spettacolo “Oreste” di Euripide con la regia di Luigi Squarzina e “Qui Comincia la sventura del signor Bonaventura” di Sergio Tofano per la regia di Gino Zampieri, con una tournée in Italia e Germania. Ha lavorato poi come conduttrice ed attrice in Rai e radio Rai dove, tra le altre cose, ha partecipato a 189 puntate della trasmissione per ragazzi “Patatrac” su RAI 2, alla trasmissione radiofonica “La seduzione nel Cinema e la Poesia d’Amore nel ‘900” su Isoradio, trenta inserti nel 1993-94, ed alla trasmissione “La Cornucopia, testi e pretesti per ricordare”, 71 puntate su RAI Radio 1 nel 1993. Da circa 20 anni vive in Basilicata dove ha realizzato diversi recital dedicati ai maggiori poeti del ‘900 lucani e non, tra cui Leonardo Sinisgalli, Rocco Scotellaro ed Albino Pierro. Sempre dedicato ai poeti lucani ha realizzato, dopo essere stata scelta, un CD antologico dal titolo “La Memoria e l’Identità” prodotto dal Consiglio Regionale di Basilicata. Negli ultimi anni si è dedicata al “Teatro Natura” e ha collaborato con Ateneo Musica Basilicata e con Basilicata Circuito Musicale, sia nelle fasi di programmazione ed organizzazione degli eventi, sia come attrice in numerosi spettacoli e concerti, tra cui “15 Trincee 18”, con Maurizio Casagrande, “Concerto di Natale – Pastorale Lucana” e “Serenata Lucana”, “Stabat Mater- La passione ed Alda Merini”, “Il Suono della Memoria: parole e note” e “DanTango”, recitals con il Trio Accord, replicati con successo in tutt’Italia e di cui ha anche curato la ricerca dei testi. Ha condotto laboratori teatrali e di dizione per ragazzi e adulti, tra cui il progetto FSE-PON presso il liceo artistico musicale e coreutico di Potenza, conclusosi con la messa in scena dello spettacolo “La magia dei numeri”, scritto, realizzato e interpretato dagli alunni nell’anno scolastico 2018-2019. Nel 2017 ha partecipato come coprotagonista nel corto di Adelaide Dante De Fino “La Pace Dannata” conseguendo il Premio “Miglior Attrice” nell’ambito della VII Edizione della Rassegna Cinematografica di Cortometraggi Lucani svoltasi il 9 agosto 2018. Nel 2021 ha interpretato il ruolo della moglie nel cortometraggio “Il professore” per la regia di Gianpiero Francese. Di recente è tornata sulle scene teatrali ricoprendo il ruolo della reggente Mikalis nell’operetta “La Reginetta delle Rose”, di Ruggero Leoncavallo, e successivamente il ruolo della Madre in “Sei Personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello, entrambi con la regia di Gianpiero Francese. Nel 2021 ha collaborato con Gommalacca Teatro negli spettacoli sui poeti lucani e di cabaret nella formula del Delivery Theatre in varie località della Basilicata. Sempre nel 2021 in ambito teatrale ha partecipato agli eventi “Megale Hellas Experience”- Il sogno degli Dei- ,“Mouseion: Il Viaggio letterario ed archeologico delle origini” di Giuseppe Ranoia, nel ruolo di Ecuba, svoltisi a Policoro e Metaponto.
LA CROCE E LA MADRE
Nicole Millo voce recitante
Trio Accord
Chiostro ex Ospedale Vecchio
FARAUALLA
Ogni male fore
“Ogni male fore”, titolo del progetto dei Faraualla, rappresenta un ideale percorso nell’affascinante territorio della medicina popolare pugliese. Le formule di guarigione univano gli aspetti più pagani della cultura popolare ad una fervida religiosità, la pratica magica o taumaturgica ad una medicina legata alla reale conoscenza delle erbe curative in una unione che non risultava mai essere forzata. Il materiale relativo a questa ricerca è difficile da recuperare, in quanto nascosto in una parte della memoria popolare misteriosa e accessibile solo a pochi prescelti. In ogni brano le formule rivivono nel canto e nel suono delle Faraualla, in un ideale percorso verso la guarigione fisica e spirituale.
Il quartetto vocale Faraualla è nato nel 1995. Dopo aver approfondito singolarmente lo studio e la pratica della vocalità in ambiti musicali differenti, le quattro cantanti hanno trovato un interesse comune nella ricerca sull’uso della voce come “strumento”, attraverso la pratica della polifonia e la conoscenza delle espressioni vocali di diverse etnie e di periodi storici differenti. Gli esiti di questo lavoro si ritrovano nel repertorio Faraualla, nelle composizioni originali come nei brani tradizionali.
Le suggestioni di un percorso attraverso culture tanto lontane fra loro si fondono in una sintesi originale in cui emergono con forza le radici culturali del gruppo, la Puglia, per secoli terra d’incontro e di passaggio di popoli, è presente nel “suono” che connota la formazione barese, negli strumenti che accompagnano l’esecuzione, nello stesso nome del gruppo. Faraualla è una delle cavità carsiche più profonde presenti sull’Altopiano murgiano, a nord-ovest di Bari.
YARÀKÄ
Curannera
Gianni Sciambarruto: berimbao, chitarra, saz, doronb, voce
Virginia Pavone: voce, flauto armonico, tamburo sciamanico
Simone Carrino: tamburello, riq, daf, kanjira, troccola, voce
“La Curannera (in dialetto tarantino Curannérə) nel contesto popolare era la guaritrice, una donna del popolo che esercitava medicina popolare in grado di guarire dal mal di gola al mal di testa, dalle lussazioni alla irregolarità delle fasi biologiche della donne, attraverso pratiche di vario tipo e ricorrendo, contemporaneamente e con gran frequenza, alla scienza naturale attraverso l’utilizzo di erbe, pietre e amuleti. La Curannera in pratiche rituali utilizzava elementi della natura per lenire la guarigione dell’anima e dello spirito, per questo diviene la musa ispiratrice degli Yarákä: “per noi rappresenta il ponte perfetto tra cielo e terra, e tra culture apparentemente lontane” racconta Gianni Sciambarruto per introdurre al percorso di ricerca e scrittura affrontato dal trio tarantino nel nuovo lavoro discografico in uscita venerdì 21 aprile per l’etichetta discografica Zero Nove Nove.
Il repertorio degli Yarákä è intriso di ritualità: in ciascun brano si racconta l’esorcizzazione di un male dell’anima o di una paura che blocca il fluire delle energie e che trova la cura attraverso un canto ancestrale, come avviene nelle altre tradizioni del sud America. L’importanza della “Curandera”, colei che ha imparato a prendersi cura di se stessa e degli altri, evidenzia una connessione con il mondo sciamanico nel quale esiste la figura di una donna, spesso di origine andina, che ha la stessa funzione: una presenza che vive a contatto con la terra, che rispetta le forze della natura, che a loro volta rispettano lei nella sua integrità di spirito. Otto brani tra composizioni originali e alcuni brani della tradizione ri-arrangiati. Il viaggio musicale degli Yarákä si snoda in tutto il Sud Italia partendo dalla città vecchia di Taranto che fa da cornice per raccontare la genesi dell’ensemble e il lavoro di ricerca svolto con l’intento di riscoprire ed esaltare le tradizioni del passato. Il percorso che parte dalla propria Terra e che utilizza l’invocazione come fenomeno antropologico, ha infatti affascinato il trio portandoli a scavare nei primordi per trovare il punto di giunzione tra le culture e le etnie primordiali. Taranto, come tutte le città di mare, è storicamente punto di incontro tra posti lontani. Con la loro musica gli Yarákä vogliono omaggiare la sua lunga storia nata come fondazione spartana e l’importanza che ha avuto durante il periodo della Magna Grecia; la riscoperta del dialetto tarantino, che ha insite particolari ritmicità musicali, diventa pilastro portante dell’ensemble e carattere di unicità del loro percorso, oltre che strumento per diffondere in modo autentico gli ideali e la storia millenaria della Città dei due mari.
Così gli Yarákä esprimono un forte attaccamento a quelle tradizioni antiche che rischiano di perdere le tracce nel tempo, e si fanno portavoce di un processo di risveglio della sensibilità dell’animo umano. “In un periodo storico in cui – continua Virginia Pavone – tanti valori vanno sempre più sgretolandosi, si fa fatica ad amare se stessi; praticando l’amore verso gli altri e verso la vita, si capisce esattamente cosa sia l’amore e come potersi amare per guarire dalla ferite che ciascuno di noi si porta dentro, prendendosene cura, come ci ha insegnato la Curannera”. La ricerca degli Yaràkä attinge dalle raccolte bibliografiche di tipo etimologico storico-critico e da una indagine orale per ottenere documenti relativi agli usi e costumi rituali di un tempo. “Venendo da realtà cittadine piccole, – racconta Simone Carrino – con Yarákä diamo molta importanza ai valori del vivere “essenziale” nelle comunità per lo più contadine in cui la musica accompagnava, e scandiva, i momenti di un’esistenza a stretto contatto con la natura. Pertanto la nostra ricerca diventa anche interiorizzare questo mondo che parlava per semplici espressioni per riconsegnarlo al nostro, in vesti adattate ma non deformate”.